Mi chiamo Ruth MacCárthaigh. Sono stata allevata come cattolica a Blackrock, vicino a Dundalk, nella contea di Louth, in Irlanda.


Non credo di aver mai avuto un rapporto stretto con Dio. Ho perso fiducia nella chiesa e, fin dalla mia adolescenza, ho cominciato a pensare, poiché l’immagine di Dio che mi era stata mostrata fosse sbagliata, che Dio non esistesse.

Mi trasferii a Dublino quando avevo diciassette anni, lì conobbi e mi innamorai di Dave. Eravamo molto felici e nei dieci anni successivi comprammo una casa, andavamo in vacanza e, tutto sommato, vivevamo una vita molto piacevole e felice insieme. Quando il nostro matrimonio franò a causa dell’infedeltà di lui, fui devastata. Lo amavo ancora moltissimo e trovavo molto difficile lasciarlo, vendere la nostra casa e tornare a Dundalk.


Pensavo che non avrei mai superato la fine del rapport con Dave, ma con l'amore e l'aiuto della mia famiglia alla fine ci riuscii. Due anni più tardiconobbi Seán. Non ci potevo credere! Ci siamo innamorati, abbiamo comprato una casa insieme a Newry, ci siamo fidanzati e abbiamo deciso di creare una famiglia. Ancora una volta speravo in un futuro felice.


Ma Seán morì in un incidente d'auto quando ero incinta di sei mesi. È inutile cercare di descrivere come mi sentivo in quel momento, non credo sia possibile. Ho avuto mio figlio, Seán, esattamente dodici settimane dopo la morte di suo padre. All'epoca perché temevo di perdere il bambino, feci del mio meglio per trattenere il dolore. Dopo la nascita di mio figlio, quando avevo paura di scivolare nella depressione post partum, continuai a trattenere il dolore. Lo trattenevo così tanto che diciotto mesi dopo la morte di Seán, scoprii che stavo peggiorando anziché migliorare. Anche se andavo in visita alla tomba di Seán, non trovavo conforto lì perché ero ateo da anni. Ho iniziato a frequentare un gruppo di condivisione del lutto e ancora una volta, dopo due anni, le cose cominciarono a migliorare.


Anche se il mio rapporto con la sua famiglia fosse stato buono prima della morte di Seán ed anche  nei primi tempi dopo, gradualmente cominciò a peggiorare al punto che lasciai la mia casa, la maggior parte sia dei miei mobili, sia delle mie cose e tornai a Blackrock. Speravo che lì le cose migliorassero; invece peggiorarono. Mi trovai in un momento della vita quando volevo semplicemente rinunciare a tutto. Avevo perso Dave, la mia casa a Dublino, Seán, la sua famiglia, la mia casa a Newry e ora mi sentivo come se stessi perdendo anche la mia famiglia. Non capivo perché mi stesse accadendo tutto ciò e nella notte quando raggiunsi il punto più basso della disperazione gridai a Dio dicendo che se ci fosse non mi importava. Gli ho chiesto di spiegarmi il senso vivere questa vita se non era possibile fidarsi di nessuno e se era inevitabile essere infelici per tutta la vita. Qualunque barlume di fede nella razza umana mi fosse rimasta mi aveva abbandonato in quel momento. Odiavo il mondo e tutto ciò che conteneva. Volevo uscirne. È difficile ammetterlo adesso, ma in quel momento ciò che mi passava per la testa era la voglia che tutto finisse, porre fine alla vita. Fu proprio allora che mi colpì l'orrore della mia situazione. Non sarei andata da nessuna parte perché avevo un figlio, Seán, di cui occuparmi. Non potevo lasciarlo e renderlo orfano di entrambe i genitori. Mi sentivo in trappola. Tra tutti i momenti no della mia vita, quello fu il peggiore. Mi resi conto di aver toccato il fondo. Senza che me ne fossi resa conto allora, quel momento si rivelò il punto di svolta in meglio, verso una vita che sarebbe stata mai più lastessa!


Un lunedì, mia sorella che frequentava il Centro dei Battisti di Dundalk, chiese alle donne della congregazione di pregare per me perché mi avrebbe chiesto di accompagnarla il venerdì successivo. Il giorno dopo, mio fratello mi disse che se volevo credere in Dio Gli avrei dovuto chiedere di entrare nella mia vita. Quella sera ho esclamato qualcosa come, "Signore Gesù, ti prego, entra nella mia vita". A dire il vero, mi sentivo un po' ridicola. Poi sono andata a letto e me ne sono dimenticata del tutto.


Quando mia sorella mi ha chiesto di accompagnarla al centro quella venerdì sera, mi sono detta, "perché no?" C'erano due oratori che parlavano di Gesù e di Dio partendo dalla lettura di alcuni brani della Bibbia. Hanno spiegato perché Gesù era venuto in terra e perché era morto. Hanno detto che visto che noi, a causa del nostro peccato, non siamo in grado di andare da Gesù, è Gesù che viene da noi. Hanno spiegato il vero amore che Dio ha per noi. Un amore che è costato tanto a Lui, nulla a noi. Prima di allora, nessuno miaveva mai spiegato il rapporto tra Dio e noi e tra il Padre e Gesù in quella maniera. Tutte le volte che avevo sentito delle spiegazioni a scuola e a messa, nessuna era stata così chiara e corretta come a quella riunione. Era la prima volta che ascoltavo il vero Vangelo, la vera storia di Gesù, come e perché era morto per prendersi la colpa dei nostri peccati e permetterci di starGli vicino. Nessuno mi aveva spiegato che quando Dio punì il suo unico Figlio, il Figlio di Dio, lo stava punendo al posto mio. Tutti i miei peccati furono imputati a Gesù e Dio punì Gesù al posto mio. Mi ha mostrato anche il senso della vita, della mia vita.

 

Uno degli uomini presenti disse che si sarebbe confessato e che se qualcuno di noi avesse voluto unirsi a lui, l’avrebbe potuto farlo in silenzio. Ha detto che era un peccatore e io, con la mente, ho pregato Dio dicendo di aver peccato anch’io. L’uomo in questione diceva di pentirsi dei suoi peccati e io pensai ad alcune delle cose che avevo fatto in passato, cose che avevo sepolte a lungo nella speranza di dimenticare, cose di cui mi vergognavo disperatamente. Ho detto a Dio che anch’io ero dispiaciuta e che lo fossi davvero. Tutta la notte fu sconvolgente per me e me ne sono andata via dalla riunione sentendomi a terra.

Due settimane più tardi torni alla Chiesa Battista con mia sorella e trovai l’esperienza meravigliosa! Mi sentivo piena di pace e felicità e tuttavia mi sentivo anche molto male, quasi come se tutti potessero vedere i miei peccatiin trasparenza.


Tornata a casa quella sera mi sentii come la prima volta. Un giorno o due dopo presi la Bibbia di mia madre e cominciai a sfogliarla. Dopo pochi minuti ci misi sopra le mie mani e cominciai a piangere. Dio mi rivelò proprio allora che tutto il contenuto della Sua Bibbia era vero. Nessuno me lo disse. Nessuno mi convinse. Era stato Dio, in maniera soprannaturale, a mostrarmelo e convincermi. Sapevo solo che era tutto vero. Sapevo che Dio era reale, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Sapevo che era quello che avevo cercato in tutti quegli anni. Devo ammettere che ho pianto di felicità.

 

Ora sapevo di essermi riconsigliata con Dio, o come dice la Bibbia salvata. Lui si era rivelato a me. C’è una tale differenza tra credere in Dio perché qualcuno te lo dice, e quando è Dio stesso a scendere a rivelarsi a te. Sono rimasta scioccata! Dopo tutti quegli anni, scoprire da Dio stesso che Egli è reale.

 

Le cose sono progredite rapidamente. Ho iniziato a leggere la Bibbia e a frequentare corsi di studi biblici. Frequentavo la Chiesa. Ponevo a Stephen, il mio pastore, tutte le domanda alle quali potessi pensare e riferendomi alla Bibbia tantissime volte, e lui rispondeva a tutto. Ho iniziato a pregare. Restavo sveglio per ore la notte leggendo, pregando e semplicemente parlando con Dio. È stato il periodo più bello della mia vita. È stato anche un momento molto duro perché ho dovuto fare i conti con chi io fossi veramente. Era come se Gesù mi avesse fatta guardare allo specchio e avessi visto quella che sarei dovuta essere. Ciò mi ha aiutato a capire quanto fossi corrotta e peccatrice e quanto avessi bisogno del perdono di Dio. Circa tre mesi dopo fui battezzata.


Da quando Dio mi ha salvato dalla mia vecchia vita donandomi una vita di speranza, una vita basata su un vero rapporto con Lui, la mia vita è cambiata completamente. Sono una persona nuova. Sono felice e amata. I tempi migliori di prima non hanno nulla a che vedere con i tempi peggiori di oggi! Sono benedetta perché Dio ha cambiato la mia vita. Anche quando sono messa alla prova, Lui è con me e mi aiuta a superare le difficoltà in modo davvero reale. 

Tutto ciò che mi serve sapere sulla conduzione della vita, lo trovo nella Bibbia e con l'aiuto di Dio cerco di viverla secondo ogni sua parola.

Ha riparato le relazioni interrotte con diverse persone nel corso degli anni. Lui mi ha cambiata tanto che non mi vergogno di raccontare tutto di Lui alla gente, cosa che non avrei mai creduto possibile. Non solo ho la Sua rassicurazione che resterò con Lui per l'eternità, ma Egli mi aiuta a vivere questa vita qui e ora. Invece di provare a vivere la mia vita a modo mio, cerco la volontà di Dio in ogni cosa. In passato avevo provato a fare le cose a modo mio e, a dire il vero, non ci sono riuscita molto bene. Da quando Dio mi ha adottata, per così dire, e Gli ho concesso mano libera nella mia vita, le cose sono andate meglio che mai. Ora sono felicemente sposato con un altro cristiano, Niall. Lui e io dedichiamo la nostra vita a Dio. Fa parte di questamissione dirvi ciò che il Signore desideri che voi sappiate, che Lui vi ama, vivuole e sta aspettando che voi vi rivolgiate a Lui.

Non è necessario che voi vi fidiate delle vostre buone azioni per arrivare a Dio, non è necessario salire una scala di preghiera e penitenza per raggiungerLo.


Non dovete aspettare di essere abbastanza buoni prima di recarvi da Lui,.Sarà Lui a venire da voi dove e come vi troviate adesso. Basta chiederGlielo! Lui vi mostrerà la strada. Dio non vuole nulla di ciò che voi possedete. Vuole solamente voi. Pensate a come avete peccato e, rendetevi conto contro chi avete peccato (Dio), chiedetevi di perdonarvi. Consegnatevi completamente a Lui. Sarete in buone mani. 

 

Una maniera per trovarLo è passare attraverso la Bibbia. Potreste iniziare dal Nuovo Testamento, diciamo, da Matteo, Marco, Luca o Giovanni in particolare.

Credo che Dio mi ami e che abbia aspettato che Lo invocassi. A mia volta ero occupata a vivere una vita felice e contenta senza rivolgere un pensiero a Dio. Per fortuna, con l’amore, Dio ha attratto la mia attenzione (alla fine!) permettendo che la mia vita cadesse a pezzi, un po’ alla volta. Quando il mio matrimonio è fallito mi sono rivolto alla mia famiglia per chiedere aiuto e conforto. Quando il caro Seán è morto mi sono rivolto alla sua famiglia per chiedere aiuto e conforto.

Quando la mia vita è andata in frantumi non avevo più nessuno a cui rivolgermi. In preda alla disperazione mi sono rivolta a Dio, sperando che ci fosse qualcuno o qualcosa che mi avrebbe aiutato, e ho scoperto che Lui era lì! 

 

Sono stato atea per quasi vent'anni, ma ho finito per sperare disperatamente che la vita contenesse di più, e Dio mi ha dimostrato che fosse così. Molto di più! Un'eternità. 

 

C’è una vera pace nell’essere salvati. Una vera pace tra te e Dio che nulla può scuotere. 

Potrete trascorrere il resto della vostra vita a conoscerLo e bearvi di Lui.

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